(a cura di Massimi Filippo )
Dislivello in salita: 1000m.
Tempo: andata ore 3,00; ritorno ore 2,30.
Difficoltà: media; per la lunghezza del percorso e il dislivello da superare nonché peril tratto iniziale di sentiero ripido e scivoloso.
Equipaggiamento: da escursione con copricapo e calzature adatte, cibo ed acqua.
Interesse: geomorfologico, floristico, faunistico e paesaggistico.
Periodo: da primavera inoltrata all’autunno.
Localizzazione: La valle del Lago di Pilato si trova sul versante sud-orientale dei Sibillini ed appare racchiusa tra dorsali che presentano orientamento N-S.
La testa della valle è sotto il Monte Vettore (2476m) ad est e la Cima del Redentore (2448m) ad ovest.
Partenza:Da Montemonaco si scende nella vallata dell’Aso con strada asfaltata poi si prende a destra fino ad addentrarsi tra le montagne e giungere al piccolo abitato di Foce. Giunti a Foce si consiglia di lasciare l’auto ai margini dell’abitato o più avanti risalendo la carrareccia sul Pian della Gardosa.
Percorso tutto il Piano della Gardosa ci si inoltra in un bosco di faggi dove la carrareccia diventa una mulattiera prima di affrontare il gradino roccioso delle Svolte. Questo è il tratto più faticoso perché il sentiero diventa ripido e instabile. Poi si prosegue sempre nel fondovalle in salita fino a raggiungere Monte Rotondo che si aggira lasciando sulla sinistra i ruderi di un casaletto (Capanna Piscini).Continuando ancora sul sentiero si arriva a scorgere finalmente il Lago di Pilato (1940m).Il ritorno avviene lungo lo stesso percorso.
La parte meridionale dei Sibillini è caratterizzata da un’arcuata dorsale su cui si concentrano le cime più alte: Monte Vettore (2478m), Cima del Redentore (2449m), Monte Argentella (2201m), Palazzo Borghese (2119) e Monte Porche (2235).
All’interno di questa dorsale è racchiuso il Lago di Pilato. La sua valle è tipicamente glaciale con profilo ad “U”. Nelle conche del catino glaciale anche in piena estate permangono lingue di nevaio, spesso coperte da cumuli detritici.
Il Lago di Pilato si è formato nel fondo del catino glaciale con due bacini quasi circolari (a forma di occhiale) che raggiungono la massima profondità al centro (circa 9m). La forma ed il livello dell’invaso sono comunque influenzati dall’andamento annuale delle precipitazioni soprattutto nevose. D’inverno la superficie gela totalmente fino a primavera inoltrata. Nel Lago di Pilato vive un crostaceo unico al mondo: il Chirocefalo del Marchesoni ( Chirocephalus Marchesonii ). Di colore arancio diafano lungo circa 14 mm, nuota sul dorso e depone le sue uova presso le rive del lago. Ecco perché è meglio restare distanti qualche metro dal bordo dello stesso. Esso fu scoperto solo nel 1954 dal prof. Marchesoni durante le ricerche idrogeologiche condotte dalla Università di Camerino.